TOBINAMBUR, il tesoro dell’autunno
- Magda Massaglia

- Oct 19
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Agli antipodi della primavera, c’è l’autunno. Una “mezza stagione” importantissima alle nostre latitudini per permettere alle piante di prepararsi all’inverno e che, nonostante i colori e le atmosfere peculiari, rappresenta per il regno vegetale un momento di necessaria stasi. Così ci aspettiamo che, mentre le foglie e le erbe di campo incominciano il cammino obbligato verso l’ingiallimento, non ci sia niente di nuovo da scoprire. Perciò accogliamo con un certo stupore la fioritura spumeggiante e dotata di un’Asteracea dal portamento imponente e dai colori sgargianti. Stiamo parlando del Topinambur, l’Helianthus tuberosus. Lo vediamo comparire, quasi con sfida, a decorare giardini e bordi delle strade fuori città e forse non pensiamo che sia proprio lui la fonte di origine di un prelibato primizia della cucina piemontese, il “ciapinabò”.
Il nostro Topinambur non è solo un protagonista della gastronomia. Originario del Nord America, come molte altre piante estranee ha trovato in Europa un perfetto habitat dove prosperare. La sua particolarità è di presentare una parte tuberosa, che lo ho reso molto popolare a partire del Seicento come cibo nutriente. Fu infatti utilizzato come alimento “esotico” prima della patata, dalla quale fu soppiantato per le sue qualità organolettiche e nutrizionali incontestabilmente più soddisfacenti. Tuttavia, nell’epoca dell’attenzione spasmodica alla dieta, il Topinambur può essere considerato una salutare alternativa alla sua ben più famosa concorrente; grazie al suo alto contenuto in inulina e al suo basso indice glicemico, lo rende adatto anche a chi deve porre maggiore attenzione al proprio menù.
L’inulina è un eccellente fibra prebiotica, utilizzata anche in molte preparazioni erboristiche e farmaceutiche per il benessere dell’intestino. Essa è un ottimo substrato per la flora batterica intestinale, per la quale costituisce un alimento apprezzato e salutare. Attenzione, tuttavia, a non esagerare: un consumo indiscriminato di fibre può portare gonfiore e dolori addominali. Una curiosità sul Topinambur: in inglese è chiamato Jerusalem’s Artichoke, il carciofo di Gerusalemme. Questo nome altisonante è probabilmente da attribuirsi a una traslitterazione del francese girasol che nel linguaggio volgare è diventato Gerusalemme. Per quanto riguarda il riferimento al carciofo, con la quale il nostro topinambur intrattiene una stretta parentela botanica, possiamo fare riferimento al gusto del tubero cotto che ricorda il famoso ortaggio.
