Il Tiglio, il gigante buono
- Magda Massaglia

- Jul 9
- 2 min read
La pianta di Tiglio evoca immediatamente nella nostra mente immagini la bella stagione, quando l’aria è fragrante e passeggiare per i viali diventa un piacere da assaporare con rinnovata meraviglia. Il merito va anche a questa pianta, dalla forma imponente e dal tipico profumo dolciastro e peculiare.
La leggenda vuole che sia nata dalla ninfa Filira, madre del centauro Chirone (un inciso su questa figura mitologica: grande esperto di rimedi erboristici, curò anche il famoso Achille con un’erba in grado di fermare il fuoriuscire il sangue delle ferite e che prese, per questo motivo, il nome di Achillea. Il nome forse vi dice qualcosa), tramutata in tiglio dall’amante Crono, dopo aver partorito un figlio metà uomo e metà cavallo.
Il tiglio, nonostante la sua origine tragica, ha caratteristiche curative estremamente utili e variegate, che lo configurano come un perfetto rimedio contro il logorio della vita moderna. Esso infatti ha proprietà sedative, digestive e contro i malanni delle prime vie respiratorie. L’infuso delle sue parti aeree ha proprietà simili a quello della camomilla ma si caratterizza per un profumo e per un gusto più dolce e peculiare. Il decotto del legno giovane, definito in botanica alburno, ha svariate proprietà: astringente, digestivo ed epatoprotettore. Sembra che abbia anche un’azione positiva sulla salute arteriosa. A causa del suo profumo fortemente inebriante e dolce, è sempre stato associato alla femminilità.
Ancora oggi, infatti, si può trovare come ingrediente in alcuni profumi. Nell’antica Grecia, era associato alla dea Afrodite e la sua corteccia era anche impiegata per riti divinatori. Nelle culture nordiche, similmente, il tiglio era caro a Freia, la dea della fertilità. Generalmente di buon auspicio, comincia a essere utilizzato a partire dal XVII secolo per decorare i viali che portavano a castelli o palazzi.


