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Musica regina in Villa – Il mecenatismo musicale di Maurizio di Savoia

  • Writer: Simone Fiammengo
    Simone Fiammengo
  • Jul 30
  • 4 min read

Il Cardinal Maurizio di Savoia non fu solo un mecenate nel campo della pittura e della letteratura (si veda al proposito il mio articolo di Arte: Maurizio di Savoia (1593 – 1657) – Mecenate e collezionista), ma fu anche un mecenate della musica commissionando musiche, opere e balli a vari autori, anche se purtroppo non tutta la produzione è giunta fino a noi.


La musica e il ballo hanno sempre avuto un ruolo importante nei grandi eventi pubblici in cui la corte Sabauda era protagonista: giostre, caroselli, e tornei. La corte ducale era erede di una cultura musicale che si era affermata a partire dal 1581 con l’opera: “Ballet Comique de la Royne” di Baldassarre da Belgioioso (1535 – 1587). L’opera – di impronta italiana – era un vero e proprio balletto nel senso che la musica, il canto e le scene erano inglobati in una costruzione rigorosa fondata sulla danza. Per quanto riguarda l’inconsueta unione per l’epoca della parola "balletto" all’aggettivo "comico", entrambi presenti nel titolo del ballo, Baldassarre stesso spiegò nella prefazione del libretto che tale legame indicava la connotazione a lieto fine dell’opera. Con il matrimonio del Duca Vittorio Amedeo I con Cristina di Francia nel 1620, le musiche e i balli nella corte sabauda ebbero un forte impulso, dato che la duchessa fece arrivare da Parigi innumerevoli artisti. La predilezione per la danza e la musica è attestato nel libo “Le musiche e i balli a quattro voci con il basso continuo” di Sigismondo D’India (1582 – 1629) pubblicato a Venezia nel 1621, in cui l’autore rivendicava la “nuova maniera”. In effetti i balli celebrativi e rappresentativi, insieme alle danze di sala, palesano un nuovo atteggiamento e stile di composizione. Le danze composte da Sigismondo D’India erano destinate alle feste principesche, momenti coreutici inseriti tra arie cantate. Le danze, fortemente influenzate dallo stile francese, presentano caratteristiche specifiche: ritmo ternario, tempo rapido, carattere leggero, caratteristiche che D’India interpretò adottando uno stile ibrido e creando uno spettacolo con elementi artistico -allegorici di Italia e Francia. Nell’autore dell’opera c’è il desiderio di offrire una novità culturale che unisca non solo il vecchio e il nuovo, il gusto francese e italiano, ma anche il verso poetico e il ritmo della danza. In una lettera scritta dal Duca Carlo Emanuele alla figlia Isabella d’Este - Savoia datata 28 gennaio 1621, si fa riferimento alle celebrazioni del compleanno di sua nuora Cristina di Francia dove riferisce di musiche e balli che saranno allestiti per la festa. Questo documento restituisce il carattere composito degli spettacoli di corte sabauda dove le danze, la poesia, la musica e il teatro entrano in simbiosi tra loro. Il ballo rappresenta l’elemento espressivo di arricchimento per la rappresentazione: ansie, desideri e le tensioni che spesso non trovano spazio nella commedia.


Come anticipato, il Cardinale Maurizio di Savoia, nell’ambito del vivace ambiante musicale della

corte, patrocinò e investì in musica commissionando innumerevoli opere. Purtroppo, oggi le fonti superstiti dei balletti e delle musiche da lui commissionate sono scarse, vaghe e lacunose se non in

alcuni casi inesistenti, sia a Torino che nel suo periodo romano. Con la costruzione della “Vigna” (oggi Villa della Regina) situata sulla collina poco oltre le mura di Torino, il cardinale Maurizio creò un vivace ambiente culturale consistente soprattutto in feste e cerimonie ambientate nei giardini a forma di anfiteatro. Nel 1623, poco prima che Maurizio partisse per Roma, allestì nella Vigna una grandiosa festa nel quale si ascoltò l’opera “Le Tre Fortune, Prospera, Salutare e Forte” di Filippo Albini (1587 – 1632). Nel 1627 la “Vigna” è di nuovo protagonista di un importante festa: il compleanno di Cristina di Francia e proprio in quell’occasione Maurizio fa comprare, con l’intermediazione del musicista francese Francesco Farinel (N.D. – 1672), alcuni violini e cerca, senza successo, di far arrivare Orazio dell’Arpa (1594 – 1641) virtuoso dell’arpa e celebre compositore conosciuto durante i soggiorni romani. A Roma, nella sua residenza a palazzo Orsini,

fonda l’Accademia dei Desiosi (vedi articolo di arte: Maurizio di Savoia (1593 – 1657) – Mecenate e collezionista) che fu un cenacolo di artisti e intellettuali, ma anche scenario di musica, spettacoli e drammi teatrali. I documenti attestano una significativa ed alquanto vivace attività musicale che accompagnava con regolare cadenza le riunioni. A conferma di ciò anche i registri contabili di Maurizio attestano spese per commedie e balletti tra il 1625 e il 1626. Inoltre nello statuto dell’Accademia dei Desiosi si stabiliva che il giovedì fosse dedicato alla danza, mentre il venerdì ai “concerti di diversi instrumenti”. Agli anni del soggiorno romano del cardinale Maurizio risalgono vari componimenti commissionati da lui stesso. Tra questi, molto interessante è “Il Ballo dei segni celesti” in cui si allude a Maurizio di Savoia in quanto Apollo - Sole “intorno a cui tutto ruota”; quest’opera dunque si inquadra perfettamente nel programma autoreferenziale che il Maurizio portò avanti durante il suo soggiorno romano. La musica, i concerti, i balletti sono infatti tutti strumenti che servono a Maurizio mettersi in mostra per rivaleggiare con le altre casate rivali in modo da ottenere importanti benefici politici in termini di influenza sulla corte papale.


Anche dopo la sconfitta nella guerra civile che lo vide contrapposto a Cristina di Francia vedova di Vittorio Amedeo I (si veda articolo di Storia: Maurizio di Savoia (1593 – 1657) – Principe, cardinale e diplomatico) e la rinuncia al cardinalato per sposare sua nipote Ludovica di Savoia nel

1642, continuò il suo mecenatismo musicale. Nel 1648 forma a Torino una cappella musicale con musicisti ecclesiastici e della Camera come: Giovanni Battista Righino e Giulio Andrea Sbarra.

Maurizio continuerà a patrocinare numerosi musicisti e commissionare alcune opere, per alcuni

musicisti che vennero a mancare verserà una pensione alle loro vedove per i servizi resi, fino alla

sua morte avvenuta nel 1657.


Ancora oggi la Villa è palcoscenico della musica e ospita la rassegna musicale Musica Regina in Villa – International Music Festival, promosso grazie all'impegno della nostra Associazione, che ha permesso di proseguire idealmente quanto iniziato dal Cardinal Maurizio, creando un luogo di svago e piacere dove poter ascoltare musica in cui natura, arte e architettura concorrono a formare uno scenario unico.

 
 
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